Mah....del gran fumo. Negli occhi però. Il cibo è estroversione, allegria, condivisione socialità. Da questo posto esci depresso, per come ti trattano (dall'alto verso il basso), per quello che ti danno da mangiare (e non parlatemi di esperienza sensoriale, per cortesia, inesistente, per non dire al limite del disgusto), per quello che ti fanno pagare (oversized price). Se ci fosse un'etica nella ristorazione, andrebbero tacciati di blasfemia gastronomica, e multati per danni morali al consumatore. In una terra dove il cibo, le materie prime, i colori costituiscono una sinfonia per i sensi, insight teatery avvilisce e stira ogni percezione emotiva, disorienta, lasciando spazio ad un'infinita tristezza. Nei piatti deve esserci materia, non bastano le evocazioni. Buona fortuna, viandanti del gusto.